Topic farmacia clinica: area malattie autoimmuni, area malattie respiratorie, area cardiologica

La sessione si è focalizzata inizialmente su alcuni esempi locali di attività di monitoraggio dei consumi e di spesa di farmaci, come quello dell’Azienda Zero della regione Piemonte – il cui direttore generale Adriano Leli ha mostrato come sia utile come interventi futuri predisporre modelli unici di prescrizione regionale, modifiche adeguate delle modulistiche di prescrizione, elenchi di patologie e schemi posologici (come nel caso delle immunoglobuline), algoritmi terapeutici/prescrittivi per appropriatezza prescrittiva in termini di aderenza alla terapia (ad esempio nelle prime fasi di terapia di alirocumab e evolocumab), linee guida di indirizzo regionali (negli ambiti della dermatologia, reumatologia, gastroenterologia, ricomprendendo anche il tema degli switch terapeutici, trattamento con relativo costo annuo e dose reduction).

Quello dell’A.O. Mauriziano di Torino, azienda multi-specialistica ad alta complessità di cura, è un esempio di come il farmacista clinico nella s.c. cardiologia svolga un’attività nel reparto per promuovere la qualità delle terapie farmacologiche e interventistiche con i dispositivi medici, come: giro visita quotidiano, hospital meeting, briefing, audit clinici, journal club, antimicrobial stewardship, ricognizione e riconciliazione delle terapie e monitoraggio del timing, ambulatori condivisi. Il progetto A.M.A.C.A. è un esempio di modello assistenziale per la presa in carico del paziente: il farmacista di reparto lavora per il care-management per garantire la clinical governance sia per le terapie sia per i DM. Il tutto contribuisce sempre alla raccolta dei dati per la Real World Evidence.

Cambio di rotta poi per l’intervento di Rosin O’Hare, Professoressa alla scuola di farmacia clinica di Belfast, che illustra come i farmacisti proscrittori siano ora circa il 30% nel Nord Irlanda. Recentemente in UK e in Irlanda – dove la farmacia clinica vige già da più di un ventennio – il farmacista per diventare ‘’prescriber’’ dopo i 5 anni di università (master of pharmacy degree) acquisisce il ruolo di ‘’indipendent prescriber’’ dopo 1 anno di Training Year Practice e superamento di GPhC Exam.  I prescribing pharmacist sono presenti negli ambiti di emergency departments, community medication review clinics, nursing/care homes, virtusl prescribing, oncology and haematology, CV risk clinics, covid vaccination, mental health, pharmacogenomics, environmental sustainability. Nell’anno 2023 in Uk I farmacisti prescrittori sono aumentati del 37%.

Si è discusso poi di fibrosi polmonare idiopatica – con Giuseppe Fiorentino dell’A.O. dei Colli di Napoli – il decorso di questa patologia provocata dalla cascata infiammatoria a livello dell’alveolo è particolarmente accelerato al contrario dell’esordio che è spesso più lento, pertanto è di estrema importanza individuare subito per quanto possibile e definire il quadro istologico attraverso la tac ad alta risoluzione, che è preferibile alla metodologia invasiva della biopsia polmonare. Intervenendo tempestivamente con la terapia, si ha risoluzione migliore – tenendo conto anche dell’aderenza alla terapia stessa. Si sottolinea l’importanza del team multidisciplinare di cui il farmacista ospedaliero fa parte ed è importante anche per quanto riguarda gli off-label e le malattie rare.

Infine l’analisi del Professor Francesco Costa della SDA Bocconi – dal workshop Breathe Innovation-   illustra come il confronto multiprofessionale faccia emergere punti critici sulla attuale gestione delle fibrosi polmonari: ad esempio la mancanza di figure professionali diverse dal clinico – come psicologi e nutrizionisti – inseriti in percorsi multidisciplinari integrati e riconosciuti, la scarsa conoscenza specialistica fra i medici di base e gli specialisti non coinvolti nelle interstiziopatie, la scarsa consapevolezza e informazione da parte dei pazienti, mancanza di informazione adeguate sui farmaci e di programmi di screening specifici. Inoltre dal punto di vista organizzativo si è evidenziato come sussista una disomogeneità nei PDTA regionali e di percorsi personalizzati nelle fasi iniziali della malattia: il case-manager è spesso figura assente; la mancanza di un registro nazionale porta poi ad una limitata raccolta di dati real world sull’efficacia delle terapie. Si auspica pertanto un insieme di azioni correttive per migliorare gestione e assistenza dei pazienti.

 

Chiara Della Costanza

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